Storia del ciclocross Pugliese - Capitolo 6
STORIE DI CICLOCROSS PUGLIESE
CAPITOLO 6 di Icaro Milocco
Questo capitolo vuole essere un omaggio ad un uomo che ha scritto la “storia del ciclocross”,conquistando sei titoli italiani e due titoli di
Campione del Mondo!
Proprio quel “ragazzino”, allora dodicenne che saliva la selva di Fasano con una bici – ferrovecchio di cui precedentemente ne ho descritto
l’anneddoto nel capitolo 5 , divenuto un campione di ciclismo ma soprattutto uno dei ciclocrossisti più forti di tutti i tempi, specialmente
quando il fango “frenava” la bici e bisognava continuare comunque,con
la determinazione di chi sa “soffrire” la fatica, accettando la sfida con
se stesso e con gli avversari per cogliere la vittoria.
Il suo nome è VITO DI TANO .
Dopo numerose vittorie sia su strada che nel ciclocross in Puglia, Di Tano
si trasferì prima in Toscana, accasandosi con una delle squadre più titolate
dell’epoca, che seguivano i giovani emergenti ed in seguito in Lombardia dove il ciclocross era molto più popolare e le gare non si contavano.
Di Tano nel frattempo, era stato assunto dalle Ferrovie dello Stato dove
prestava servizio come ferroviere , allenandosi nei “ritagli di tempo” che
gli consentivano di praticare il cross (le gare erano di circa 25 km per un
tempo di circa un’ora ).
Il sacrificio e la sofferenza alla fatica erano le sue dottrine, e forse ormai
non ci sono più atleti così, poiché il benessere e le “comodità”che i giovani
d’oggi possono avere, non fanno loro sopportare la sofferenza ed i sacrifici che il ciclismo richiede.
Di Tano conquistò la notorietà internazionale nel gennaio del 1979 con
un’impresa memorabile , vincendo per distacco il Campionato Mondiale
con condizioni climatiche ed ambientali estreme, staccando tutti nel finale
con una azione di forza incontenibile che gli valse la maglia di Campione del Mondo.
In quegli anni io curavo i reportage sportivi per la Gazzetta di Brindisi e ,
avendo seguito la gara in TV , scrissi un articolo sulla Gazzetta , articolo
che riporto testualmente su MTBONLINE per far conoscere l’evento ai bikers di oggi, specialmente a chi magari non era nato o era un bimbo.
Segue
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