La svolta: Come diventai un culturista.
Castrocaro (Forlì) era settembre del
1955. Mi trovavo a uno stage pre campionato nazionale della categoria allievi
di ciclismo dove i campioni delle varie regioni italiane erano stati convocati
per una preparazione collegiale che comprendeva allenamenti, gare ed
insegnamenti teorico pratici sul ciclismo e la preparazione psico fisica ed
atletica. Alla visita medico-sportiva io avevo riscontrato i seguenti dati:
altezza cm.178, peso kg.56! Il direttore sportivo federale Piccinini mi disse
che avrei dovuto “irrobustirmi” perché ero “fragilino” per uno sport
impegnativo come il ciclismo; quindi mi consigliò di andare in palestra nei
mesi autunnali e invernali per prepararmi alla prossima stagione poiché sarei
passato nella categoria superiore ( dilettanti junior ) che prevedeva un
kilometraggio superiore agli 80/90 km. previsto per la categoria allievi,
mentre le gare elite erano di gran lunga più impegnative, sino a
140 / 160 ed oltre perché gli juniores correvano a quei tempi con i dilettanti
senior (oggi elite). Per la cronaca il campionato risultò per me molto
deludente . Comunque, a mia scusante, essendo velocista, trovai il percorso
alquanto difficoltoso con la scalata della salita della Rocca delle camminate a
Predappio (storicamente famosa perché era la residenza estiva di Mussolini ) da
scalare per ben tre tornate del circuito! Arrivai 23°!
Tornato a casa a Brindisi, mi recai
presso l’unica palestra locale, la “Galliano” che poi era la palestra
dell’Istituto geometri che frequentavo; inoltre nelle ore serali si
praticavano numerose attività sportive: Pallacanestro,Pallavolo,Ginnastica
attrezzistica ed a corpo libero . Mi fu indicato un istruttore di
ginnastica attrezzistica, si chiamava Marra ed era molto bravo alle
parallele, anelli, sbarra, cavallina, pertica e corpo libero, specialità che mi
consigliò di praticare con energia se volevo irrobustirmi in fretta; debbo dire
che nei mesi a seguire mi irrobustii un po’ ma non quanto avrei voluto.
Premetto che io ero uno studente dell’Istituto per Geometri (come soffrivo
quando dalla finestra della scuola vedevo che il sole brillava e la giornata
sarebbe stata “adatta” per fare una sgambata in bici!).
LA SVOLTA: un bel giorno, passando
accanto ad una libreria, vidi un libro con la copertina nera dal tiolo “Muscoli
e Bellezza”. L’autore era John Vigna. Sulla copertina del libro c’era la foto
di un poderoso atleta in posa con torsione, di schiena; ma io non cercavo di
sviluppare i muscoli? Allora pensai, questo libro è ciò che ci vuole! Acquistai
il libro e cominciai subito a sfogliarlo; l’atleta in posa sulla copertina era
Steve Reeves, il campione del mondo! All’interno l’autore spiegava quali
esercizi eseguire per sviluppare i muscoli che erano illustrati da disegni. Per
farla breve, decisi che anch’io sarei diventato così, anche se non avrei mai
abbandonato il ciclismo e le gare. Soltanto tempo dopo mi accorsi che non era
semplice, specialmente praticando il ciclismo agonistico che“consumava” troppe
energie per rendere produttivo il mio progetto di “costruzione dei muscoli”.
Inoltre ero “richiesto” come portiere dalla mia solita squadra di calcio nel
periodo invernale, quando la stagione ciclistica sostava, ma non per me, che
praticavo il ciclocross agonistico! Era davvero troppo ma nonostante i numerosi
impegni sportivi, riuscii in pochi mesi a migliorare il mio fisico e
raggiungere un peso personale di kg.62! Avevo migliorato il mio potenziale ma
non ero assolutamente soddisfatto. Dimenticavo di dire che a Brindisi non
esistevano pesi, bilancieri e manubri per allenarmi. Iniziai a sollevare una
sbarra di una vecchia serranda (che un mio amico, Raffaele Rizzo, mi fornì) con
ai lati due supporti in ghisa che poteva sembrare un bilanciere, ma ben presto,
poiché pesava solo 15 kg. iniziai ad appesantire il “bilanciere” con dei
“dischi” che ricavai dai piastrelloni di “carparo”, una pietra salentina dura
ma al tempo facile da tagliare e finalmente potevo caricare o alleggerire il
bilanciere in base agli esercizi .Dimenticavo di citare due amici che ebbero un
ruolo determinante per indirizzarmi verso la pesistica, anch’essi atleti
attrezzisti che avevo conosciuto alla Palestra Galliano. Entrambi erano
cultori del fisico e della forza, tanto che nel garage di uno di lori (Vittorio
Mevoli)c’era un rudimentale bilanciere con i pesi di “cemento” che sollevavano
sfidandosi tra loro (l’altro amico era Gaspare Brescia). Fui invitato anch’io a
sollevare il peso in aria, dopo la tirata da terra e la girata al petto il
bilanciere veniva slanciato in aria in stile libero. I due “forzuti” alzavano
circa 50 kg. con mia grande ammirazione, mentre io provai ad alzare un
massimale di soli 27 kili! L’episodio mi spronò ad allenarmi con impegno e dopo
qualche mese riuscii a sfidarli e a batterli con un limite di 75 kg. suscitando
in loro incredulità e sorpresa. Incredibilmente tutto ciò che programmavo,
riuscivo a realizzarlo, (ero fortunato?) soprattutto perché mi impegnavo negli
allenamenti. Avevo anche costruito una “panca” in legno per le
distensioni ! Dopo circa un anno di altalenanti situazioni tra ciclismo, calcio
e cultura fisica, decisi che per un certo periodo mi sarei dedicato
esclusivamente ai pesi, visti i progressi che ero riuscito a realizzare.
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